
IL CAIRO è odore di porto, di reti da pesca, è il sale sulle braccia, nei capelli. È la macchia mediterranea, la sabbia, i pini marittimi, il neon dei kebab, il curry, la curcuma, lo zafferano. I capelli rasati, il gel in testa, i tatuaggi, è una croce copta, un grembiule sporco di farina, un segno del costume, i calli sulle mani.
Una palma nana, una altissima, un vivaio, una pianta grassa, una duna al vento con le canne che si agitano. IL CAIRO è un amo che si conficca nella bocca di un’orata, di uno sgombro. Un pesce spada che salta fuori dall’acqua. Una maracas, una marimba, un bongo, una kabasa, un ventilatore acceso tutta la notte. IL CAIRO è l’afa, è i ventagli che si muovono nelle messe d’estate, l’asfalto che si scioglie e cola giù dai marciapiedi.
IL CAIRO suona pop mediterraneo.
IL CAIRO è Luca Zaliani, milanese classe 1997.