Chinese never die
Un progetto di X. Lee

In lingua cinese c’è un adagio: 落叶归根 – luò yè guī gēn, “le foglie che cadono tornano alle proprie radici” – le nostre radici sono un posto che potremmo chiamare casa? Alla fine del ciclo vitale dovremmo ritornarci?
Questo posto che relazione ha con la nostra identità? È una ricerca intrinseca all’umanità intera?
Un gruppo di anonimə cittadinə, ognunə collegatə in qualche modo a Chinatown, accompagna il pubblico in una zona liminale dove passato, presente e futuro convergono. I frammenti del nostro viaggio si riflettono nel quartiere, nella persona senza nome che vive nell’edificio accanto, nelle voci e nei rumori del vicinato.
Consapevoli dei nostri limiti umani e immanenti, vogliamo decifrare il simbolismo e le traiettorie rituali delle nostre anime. Una dualità dove la vita, fatta di carne, incontra l’essenza elusiva della dipartita, testimoniando che l’impossibile è inevitabile.
Tutte le persone in scena sono deliberatamente inconsapevoli del dispiegarsi degli eventi, che rispecchia la natura imprevedibile della vita e della sua destinazione finale. Il cast si riunirà per affrontare una settimana di workshop, lavori di gruppo mirati a coltivare un senso di comunità e di agio. Tali workshop fungono da santuario che permette di esplorare con più serenità temi impegnativi come l’incertezza, l’identità, la mortalità, la volontà di sacrificarsi per l’altrə.
concept, director, sound art X. Lee
assistant director Andrea Pelliccia
luci Tommaso Zappon
set & props Daphne Dodesini, Jinru Zhao
cast coordinator Fengzhengcasting Perla
costumi e casting assistant Bingqian Zhu
creative assistance Dafne Paris
cast cittadini anonimi della comunità milanese di Chinatown
