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Chiamarlo amore non si può

spettacolo teatrale
a cura di Teatro delle donne e Parole e Punti

23 Novembre 2024

ore 16:30

donne

“Dai, vieni con me, non avere paura,
devi solo raccontare
la tua storia.”

Le donne che compongono questo Gruppo Teatrale, davvero “estemporaneo”, hanno incominciato a recitare insieme 10 anni fa, più precisamente hanno calcato le scene per la loro prima volta l’8 marzo 2014.
E’ iniziato tutto quando una di loro, con l’approssimarsi della Festa della Donna, ha preso e contattato al telefono, per strada e in diverse occasioni, anche politiche, in Consiglio Comunale, ai banchetti, le sue amiche, esordendo con un: “Che si fa per l’8 marzo? Vorremo mica continuare con ‘sta Festa della Donna fatta di corse sui tacchi, spogliarelli ecc. … mentre tante, troppe donne, continuano ad essere ammazzate? Io c’avrei una proposta da farti…
In Italia, la parola Femminicidio era entrata nel vocabolario da relativamente poco tempo, era il
2001. Si è però incominciato a parlarne in modo diffuso solo dal 2008 quando Barbara Spinelli ha
pubblicato un libro intitolato, appunto, Femminicidio.
La cosiddetta legge sul Femminicidio, la n. 119 del 15 ottobre 2013, era stata pubblicata da poco. Nessuna di loro pensava che questo argomento sarebbe diventato tanto dirompente, tutte pensavano, anzi speravano, che la loro carriera di attrici si interrompesse quasi subito, che gli episodi di femminicidio, diventati rari, finissero relegati nelle ultime pagine della cronaca nera e non meritassero più tanto impegno civile e attenzione mediatica.
Invece i femminicidi sono in aumento, ma non solo: in questi anni si è fatta avanti una cultura di svilimento e umiliazione delle donne, insultate se ricoprono ruoli pubblici, umiliate, riportate al ruolo di “ Angelo del focolare” e “riproduttrici”. Insomma una cultura sessista e patriarcale di cui i femminicidi sono uno dei risultati, non l’unico. Il primo spettacolo fu realizzato proprio a Corbetta, che è il paese in cui abitano la maggior parte di loro. L’idea è cresciuta all’interno del gruppo delle allora Consigliere Comunali di maggioranza e di opposizione, perché questo argomento non può essere oggetto di scontro e contrapposizioni, ma attraversa tutte le parti politiche e tutte le culture.
Altre donne si sono aggiunte al gruppo iniziale strada facendo e, purtroppo, altre donne sono state
uccise negli anni successivi. Hanno quindi deciso di continuare invece che appendere le scarpette
rosse al chiodo, così che quando vengono chiamate, ritornano sul palcoscenico.
Non sono attrici, fanno professioni tra le più varie: ci sono insegnanti, medici, infermiere, impiegate, pensionate, scrittrici.
Leggono brani tratti da libri che parlano di femminicidio, ma alcuni di quelli che ascolterete sono stati scritti da loro. L’ispirazione non manca: purtroppo basta aprire il giornale o ascoltare il telegiornale quasi ogni giorno.
Non chiedono alcun compenso, sperando di poter essere ricompensate, forse in un tempo ancora lontano, dal poter dire di aver contribuito, nel loro piccolo, a far rinascere la speranza che venga finalmente riconosciuto il diritto delle donne a vivere la loro vita in piena libertà.

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