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Il Tabù dell’Amore

presentazione del libro di Alessia Spina e Gio Blonde
incontro moderato dalla Dott.ssa Federica Repaci, Psicologa e Psicoterapeuta in formazione

14 Maggio 2025

ore 19:00

libro

“L’amore è diventato un tabù?
Il tabù del sesso esiste ancora? Cosa c’è dietro la difficoltà contemporanea di vivere emozioni e affetti? Il tabù dell’amore è un’esplorazione psicosociale che indaga rappresentazioni e atteggiamenti sulle relazioni amorose attraverso una narrazione che tocca gli aspetti più intimi e complessi dell’umano. Il tabù del sesso è un’espressione nota, una proibizione culturale, che apre una finestra su una locuzione implicita, non utilizzata. Infatti, non si parla di tabù dell’amore… ma se questa combinazione di parole viene esplicitata introduce a un ricco spazio di riflessione sulla modernità.
La relazione amorosa è vincolo o libertà? “Ti amo”, riesci a dirlo? Se dovessi disegnare l’amore, come sarebbe? Un progetto che ha coinvolto i partecipanti nella produzione di testi, disegni e fotografie per costruire significati e immagini che hanno dato forma a paure e speranze. Tendiamo spesso a razionalizzare il vissuto attraverso le cognizioni, silenziando le emozioni e distanziando i sentimenti che sono, invece, alla base dell’agire umano. Siamo spaccati tra desiderio e paura del legame. Eppure, i legami costituiscono la nostra vita. Siamo esseri relazionali.”

 

Tabù: in psicoanalisi, il termine indica ogni atto proibito, oggetto intoccabile, pensiero non
ammissibile alla coscienza, tendenza a evitare certe parole o locuzioni per motivi di decenza, di
rispetto religioso o morale, di convenienza sociale. L’esperienza condivisa, le conversazioni affrontate su temi relazionali e gli studi effettuati in psicosociale hanno stimolato la nostra curiosità e generato un quesito. Ci siamo domandate se, dietro la difficoltà contemporanea di vivere emozioni e affetti, ci sia un vero e proprio tabù non dichiarato. Il tabù del sesso è un’espressione nota, una proibizione culturale, religiosa talvolta, un fatto sociale a tutti gli effetti, probabilmente più riferito al passato che al presente. Il tabù dell’amore invece, esiste? E, oggi, il tabù del sesso esiste ancora o è stato rimpiazzato da un libertinismo sessuale che si sostituisce alla credenza di una relazione amorosa impegnata? Non si parla di tabù dell’amore, è una locuzione implicita, non utilizzata… ma se questa
combinazione di parole viene esplicitata introduce a un ricco spazio di riflessione sulla modernità.
Il tabù dell’amore è un’esplorazione psicosociale che indaga rappresentazioni e atteggiamenti sulle
relazioni amorose attraverso una narrazione che tocca gli aspetti più intimi e complessi dell’umano. Dunque, lo abbiamo chiesto a voi. L’incontro con i partecipanti, selezionati attraverso un passaparola, è avvenuto in diverse zone italiane e in alcuni paesi europei. Per l’indagine abbiamo scelto il nostro strumento del cuore: la fotocamera analogica, armata di pellicola 35 mm. Attraverso un’intervista semi-strutturata abbiamo invitato i partecipanti a raccontare il loro punto di vista, con un graduale passaggio dal mondo esterno e più sociale, al mondo interno, più personale, scattando delle fotografie che rappresentassero i contenuti e gli stati emotivi emersi. Ogni intervistato è stato, inoltre, invitato a effettuare due rappresentazioni grafiche, guidata e libera, per una valutazione delle immagini associate al sentimento amoroso. Alcuni partecipanti hanno, infine, prodotto delle immagini con fotocamera analogica usa e getta in fase asincrona, una volta tornati a casa, secondo alcune indicazioni fornite per ulteriori considerazioni “a freddo”. Perché crediamo nel potere dello strumento fotografico? Il linguaggio metaforico e simbolico (non-verbale) che utilizziamo attraverso le fotografie che scattiamo ci permette di entrare in contatto con le nostre emozioni, un passaggio che non è mediato dalla traduzione verbale che ci riserva sempre, invece, buoni nascondigli a favore delle
difese cognitive, quali razionalizzazioni, negazioni e giustificazioni. La fotografia può essere un potente mezzo per persone che non sono in grado di provare o esprimere emozioni e affetti apertamente, poiché permette di congiungere la dimensione verbale, con quella visuale e, dunque, emotiva. “Vedere” è, infatti, spesso utilizzato come sinonimo di “capire”. Una connessione necessaria per tessere il filo della testimonianza della nostra storia e della relativa importanza. La relazione amorosa, è vincolo o libertà? “Ti amo”, riesci a dirlo? Se dovessi disegnare l’amore, come sarebbe? Queste alcune delle domande poste. Alla fine del lavoro, che segue la struttura di un articolo scientifico nelle sezioni di introduzione, metodo, risultati, discussione e conclusione, si riportano le considerazioni finali. Il tabù dell’amore viene definito, in buona parte, secondo una dimensione personale caratterizzata dalla paura di esprimere, comunicare sentimenti o, addirittura, di provare sentimenti per non soffrire, deludere, essere in una posizione di bisogno nei confronti dell’altro, e per non essere se stessi. Le definizioni che hanno a che fare con la dimensione sociale sono maggiormente correlate all’idea di limitazione, censura e repressione dei sentimenti, per via di regole implicite apprese da contesti familiari e sociali. Tendiamo spesso a razionalizzare il vissuto attraverso le cognizioni, silenziando le emozioni e distanziando i sentimenti che sono, invece alla base dell’agire umano. Siamo spaccati tra desiderio e paura del legame. Eppure, i legami costituiscono la nostra vita, come riporta il testo di un’intervista: “L’amore è tutto. È, nella sua irrazionalità, l’unica roba razionale che esiste. L’uomo tende per sua natura all’amore. Scegliamo professioni, passioni, attività varie… ma se non scatta il colpo di fulmine perdiamo il razionale.” E, allora… parliamone, no? Siamo esseri relazionali.

 

L’incontro sarà moderato dalla Dott.ssa Federica Repaci, Psicologa e Psicoterapeuta in formazione.

 

Evento gratuito, birretta o drink consigliati!

ALESSIA SPINA 

Nata a San Benedetto del Tronto. Fotografa da sempre per non implodere. Vive a Milano, è accompagnatore turistico, ha una formazione in mediazione linguistica, lavora in ospedale come
Research Assistant, Medical Writer ed Event Manager. Scrittura scientifica e scrittura creativa sono attività che coltiva con passione. Nel 2016 frequenta il corso di fotografia base, intermedio, avanzato con il Prof. Marco Alfredo Bressan e, infine, un corso di camera oscura in Bottega Immagine, dove comincia a scattare anche in analogico. Nel 2018 segue un workshop di Water & Surf Photography con Silvia Potenza. Nel 2019 frequenta il laboratorio fotografico Isozero2 con Efrem Raimondi. Fotocamere del cuore: Voigtlander VitoII, Canon AE1. Laureanda in Psicologia Clinica: una nuova sfida come trait d’union tra fotografia e psicologia, arte e scienza.

 

Lavori e libri fotografici autoprodotti:

“Il Paesino Racconta i Suoi Eroi”, reportage in bw sulla vita quotidiana del suo paesino di origine, Monteprandone (AP). “Oktobermess”, reportage a colori sulle tre fasi di una sbronza all’Oktoberfest, Monaco di Baviera. “Routine”, progetto personale, autoritratti a colore sulla vita di coppia nella routine quotidiana.
Libri pubblicati:

“Pandemonio”, progetto personale, ritratti a colore sugli attacchi di panico (2021).

 

Mostre e presentazioni:

 

“Nonnetta” – Mostra Personale, Milano Photofestival, 2023, ChiAmaMilano, Milano.
“Intimo” – Mostra Collettiva, 2022, AD Gallery & On Art, Firenze, a cura di Alberto Desirò.
“Intrecci d’Arte” – Mostra Collettiva, 2022, Busto Arsizio, a cura di Maria Marchetti.
“Paradoxa” – Mostra Collettiva, 2022, Palazzina Azzurra, San Benedetto del Tronto (AP), a
cura di Nazareno Luciani.
“Pandemonio”, 2° Photography Books Reviews, 2022, Istituto Italiano di Fotografia,
Milano.
“Pandemonio”, Mostra Personale,  2021, ChiAmaMilano, Milano.
“Pandemonio”– Mostra Personale, Milano Photofestival, 2021, Biblioteca Valvassori Peroni,
Milano.
“Accesa – Arte Illuminata a Palazzo Parissi” – Mostra Collettiva, 2019, Monteprandone
(AP), a cura di Nazareno Luciani e Serena Scolaro
“Il Paesino Racconta i Suoi Eroi” – Mostra Personale, 2018, Palazzo Comunale, Arezzo
“OktoberMess” – Mostra Personale, 2018, Monteprandone (AP), in collaborazione con
Birraioli.it
“Il Paesino Racconta i Suoi Eroi” – Mostra Personale Itinerante, 2017, Monteprandone (AP)
“Uno, Nessuno e Trecentomila” – Mostra Personale, 2017, La Polvere di Bacco, Legnano, a
cura di Miky Degni
“Metamorfosi” – Mostra Collettiva, 2017, Portineria 14, Milano
“Metamorfosi” – Mostra Collettiva, 2017, Bottega Immagine, Milano
“MilanoContrasti” – Mostra Personale, 2016, Portineria 14, Milano

GIO BLONDE

Psicologa, performer, fotografa e antimodella. Nata guerriera e libera. Diviene Dea della Verità
nella sua seconda vita. La fotografia è stata una “chiamata”, come Gio ama definire il passaggio da
una sorta di stato di coma a una rinascita e consapevolezza attraverso i primi autoritratti. È entrata
in contatto prima con la fotografia digitale e poi con l’analogica, nel 2018. Dopo diversi workshop
con Enrico De Luigi, Toni Thorimbert, Jacopo Benassi (con cui ha realizzato la sua prima
performance), Settimio Benedusi ed Efrem Raimondi, comincia a scattare di notte tra bagni e rave
per arrivare al nudo come linguaggio della verità. Iniziano le sue performance e attraverso le Blindsession, ispirate alla madre cieca, fotografa e comprende che la macchina fotografica è solo
un mezzo ed è attraverso lo scambio di energia, cuore e pelle che si può creare trasformazione.
Ad oggi le sue performance vengono realizzate durante i workshop fotografici (WildStage, con
@wildromagna_2022) che tiene in Italia ma anche in altri paesi europei. Collabora da tre anni con
@lulu_withheld al progetto artistico WildRomagna, avviato nel periodo Covid in Romagna, che ha
creato incontri fotografici, artistici e relazionali attraverso le varie Call e Workshop organizzati.
Di notte ogni corpo diventa un verbo con cui Gio si mescola, si offre e si trasforma. Ogni relazione
è una matrice. Ogni fotografia è un trauma. Senza trauma non c’è evoluzione. Senza evoluzione
non c’è Amore. Gio provoca l’altro con il suo carattere e il suo nudo progressivo per condurlo alla
relazione. L’altro può seguirla o opporsi a lei. Gio si riconosce in ogni specchio di ogni bagno. Di
ogni incontro/scontro: gli amanti, quelli mai più rivisti, quelli ignari della seconda vita di Gio, quelli
incontrati per caso… ma soprattutto quelli che fanno parte del suo Matrix.

Lavori autoprodotti:

“ Who are you? Crash and Mirror”, (edizione 2018) Fanzine fotografica d’incontri e scontri tra bagni
e locali notturni d’Italia.

Libri pubblicati:

“WILDROMAGNA” progetto fotografico di Gio Blonde e Lulu Withheld

 

 

Mostre, presentazioni, workshop :

Workshop Wildromagna, fotografia sensoriale Novembre 2020 ,Soundlab, Bologna.
Workshop Wildromagna, fotografia sensoriale Aprile 2021, Ocyan-studio Milano
Workshop Wildromagna, fotografia sensoriale Aprile 2022, Granata Project, Bologna
Workshop Wildromagna, fotografia sensoriale Aprile 2023, Das- Dispositivo Arti
Sperimentali, Bologna
Workshop Wildromagna, fotografia sensoriale, Dicembre 2023 Das- Dispositivo Arti
Sperimentali,
Performance “BlindSession” Novembre  2021, Tempio del Futuro Perduto, Milano.
Mostra “ Who are You” e performance “ BlindSession “,Luglio  2022, Crew-Hassan,
Lisbona
● Mostra “Wildromagna Wildstage” e performance “BlindSession”, Dicembre 2023, Granata
Project, Bologna.
Mostra “ Who are You” e performance “ BlindSession “, Ottobre  2023,  InBloom, Lisbona
Performance “Blindsession “, Settembre 2023 Prid-Art Berlin , Berlino
Performance “BlindSession “, Luglio 2023 Fabrica Braco de Prata, Lisbona
Performance “BlindSession”, Luglio 2023 Darc-Desterro
Performance “BlindSession”, Maggio 2023, Bookpride, Genova .
Mostra “Wildromagna Wildstage” e performance “BlindSession “, Giugno 2023, Das,
Dipartimento Arti Sperimentali, Bologna.
Mostra “Wildromagna” , Luglio 2023 Eliseo-Lab, Cesena ( Fc)
Mostra “wildromagna “ Auto-Ritratto, 2023, Ad-Gallery, Firenze.
Presentazione libro Wildromagna, Novembre 2023, Gallery 16, Bologna.

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