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Moi 392

Oltre la pellicola - ospiti speciali: Chiara Pasetti e Rosanna Massarenti
regia Mario Molinari
durata 1h 10m

09 Settembre 2024

ore 21:00

dramma

il film fa parte della rassegna oltre la pellicola in cui verranno presentanti film d’autore e indipendenti e ci sarà l’occasione di dialogare con regist* e ospiti speciali!

Prima della proiezione del film MOI 392 dedicato alla scultrice francese Camille Claudel, la sua autrice Chiara Pasetti dialogherà con Rosanna Massarenti (già direttrice di Altroconsumo) della figura di Camille Claudel, di cui quest’anno ricorrono i 160 anni di nascita (1864-1943).

 

Si presenterà al pubblico il progetto cinematografico, raccontandone la genesi a partire dal monologo teatrale MOI (con Lisa Galantini, regia di Alberto Giusta). Si cercherà di delineare la figura di donna e di artista che fu Camille Claudel, i suoi rapporti con Auguste Rodin, suo maestro e amante, con il fratello Paul, poeta e diplomatico di fama, e con i critici d’arte dell’epoca. E si parlerà dell’internamento in manicomio, voluto dalla madre e dal fratello della scultrice, durato trent’anni, fino alla sua morte avvenuta nel 1943.

 

Rosanna Massarenti leggerà un breve estratto del testo.

sinossi

MOI 392, interpretato da Lisa Galantini per la regia di Mario Molinari, è un progetto cinematografico dedicato alla scultrice francese Camille Claudel (1864-1943), nato durante la seconda ondata dell’epidemia da covid-19. 

Accanto a Lisa Galantini, Massimo Popolizio dà voce a due lettere di Auguste Rodin a Camille negli anni del loro amore; Anna Bonaiuto recita la lettera di condoglianze per la sua morte, inviata dal cappellano del manicomio di Montdevergues al fratello Paul Claudel il 20 ottobre del 1943.

Il testo è di Chiara Pasetti, liberamente tratto dalla Correspondance di Camille Claudel e pubblicato nel libro Mademoiselle Camille Claudel e Moi (ed. Aragno 2016, II ristampa marzo 2023). 

È stato concepito per il monologo teatrale MOI, che vede in scena Lisa Galantini diretta da Alberto Giusta. Lo spettacolo ha debuttato nel settembre del 2016 nell’ex ospedale psichiatrico di Quarto-Genova e da allora è stato sui palcoscenici di numerosi teatri italiani e in Svizzera. È tuttora in scena.

 

La storia di Camille Claudel è tanto appassionante quanto drammatica, e ancora troppo poco conosciuta specialmente in Italia. Scultrice e artista di eccezionale talento, frequentò l’Accademia Colarossi a Parigi dove conobbe Auguste Rodin, di cui divenne allieva e modella e con il quale intrecciò una relazione tormentata, dall’epilogo doloroso per entrambi. 

Agli inizi del Novecento, nonostante fosse all’apice del successo, si isolò sempre di più fino a condurre una vita estremamente solitaria. Nel marzo del 1913, pochi giorni dopo la morte del padre, venne internata presso la clinica psichiatrica di Ville-Évrard su richiesta della madre e del fratello Paul.

L’anno successivo venne trasferita presso l’asilo pubblico per alienati mentali di Montdevergues presso Avignone, dove restò fino alla morte avvenuta a quasi settantanove anni, il 19 ottobre del 1943.

Morì sola, abbandonata da tutti, dopo trent’anni di internamento in manicomio. Venne sepolta nel cimitero dell’ospedale in una fossa comune. Nemmeno il suo nome sulla lapide, ma l’anno del decesso e il suo numero di matricola: 392.

 

 

Da questo particolare biografico, tragico e commovente, prende spunto il titolo del progetto cinematografico MOI 392, condotto sullo stesso testo del monologo teatrale, per la regia di Mario Molinari.  Lisa Galantini qui non è un corpo ma una voce. 

La voce di Camille Claudel, che il mondo ha smesso di ascoltare e ha voluto spegnere lasciando «marcire un’artista in un manicomio come una criminale» (sono parole della stessa Claudel). In alcune enciclopedie dell’epoca viene indicato il 1920 come anno della sua morte.

 

Nel lungometraggio figurano dei disegni di Mimmo Lombezzi e dei filmati realizzati da Giacomo Doni in diversi ex manicomi italiani dal 2007 al 2016. 

Né film né teatro, né documentario né video, è un esperimento cinematografico condotto con la volontà di continuare a parlare di questa grande artista in un momento in cui, a causa della pandemia da covid 19, i teatri e i luoghi di cultura erano chiusi al pubblico, e con l’intento di fornire al pubblico stesso un lavoro che dimostra il valore, ma anche il pericolo, di un’esistenza dedicata all’arte, in un’epoca storica che emarginava il talento femminile o non lo sapeva accettare.

Una storia di violenza, quella di Camille Claudel, di reclusione forzata, di abbandono e di isolamento voluti dalla sua stessa famiglia. Ma anche di passione, talento, arte. Una storia temporalmente distante da noi ma in fondo non così diversa da tante, troppe, che accadono ancora oggi, non soltanto alle donne.

I biglietti possono essere acquistati al bar di quartiere Da Sadino il giorno stesso della proiezione oppure su DICE qui.

 

Biglietti in cassa:

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