mare ti chiama (ma che voglia di tornare lì da te, da te)
mare ti chiama (ma che voglia di tornare lì da te, da te) nasce dal desiderio di volerci riavvicinare alle persone che di solito frequentano mare e che adesso ci mancano. Abbiamo raggiunto via Skype le persone che mare lo vivono, lo animano o ci lavorano ogni giorno per una chiacchierata di vicinanza e affetto: il risultato è un racconto corale di questo periodo così difficile e incerto che stiamo tutti vivendo.
mare ti chiama (ma che voglia di tornare lì da te, da te) – un’idea di mare culturale urbano, realizzata con il contributo di Sabrina Tinelli – autrice radiofonica e televisiva, attualmente collabora ai testi de Le parole della settimana (Rai 3) e si occupa di serie podcast per Audible – e Paco Capaldi – filmmaker e regista indipendente.
Michele, Community Manager di mare, chiama Enrica
Enrica con la sua associazione Parole e punti, ogni sabato si ritrova a mare con altre donne per lavorare insieme a maglia, realizzando le Coperte dell’abbraccio, condividendo esperienze, emozioni e problemi. Enrica è riuscita a tessere una rete di parole, punti, forza e sostegno concreto per tantissime donne del quartiere, coinvolgendo anche Telefono donna e la Casa delle donne maltrattate.
«Io ho paura che tutto questo ci cambierà. Inizialmente avevo paura che ci cambiasse in peggio, poi ho curato questa paura col fatto che siamo comunque vicini. Quello che avevamo seminato prima per fortuna continua a esistere»
Andrea, cofondatore di mare, chiama Roberta.
Roberta, nonostante viva fuori zona, attraversa la città per incontrare le sue amiche proprio a mare, per godersi una birretta fresca e lasciare i problemi fuori.
«Io sono alla sesta settimana in casa da sola e la cosa più bella per me è che con tutto questo silenzio sento i vicini e i loro rumori e questo non mi fa mai sentire sola»
Loretta, Content Writer di mare, chiama Lucia.
Lucia, pianista e insegnante di pianoforte, viene a mare non solo come cliente ma anche come curatrice della nostra rassegna “A-mare la classica”.
«Con mia figlia Cecilia che di solito vive a Bologna ogni tanto ci mettiamo a suonare insieme, io il pianoforte, lei la chitarra. Io sono una pianista classica, ma con lei ho cominciato a suonare De André e Battisti e ci divertiamo un sacco.»
Alessandra, nostra responsabile di produzione, chiama Silvia.
Silvia, regista e drammaturga, ha lavorato qui a mare, insieme al collettivo Lidelab di cui è co-fondatrice, alla realizzazione di un nuovo spettacolo che prende ispirazione dai temi de “Le mille e una notte”, collaborando con alcuni ragazzi della zona 7.
«In questo momento sto studiando tantissimo. Sento di avere questo bisogno di reimparare a guardare quello che guardavo e quello che mi circonda. Quindi sto cercando di trovare dei maestri per capire quello che succede.»
Michele, Community Manager di mare, chiama Ariele Frizzante
Ariele è l’uomo karaoke, il mattatore che ci fa cantare (male) a squarciagola, quello che “T’appartengo io ci tengo e se prometto poi mantengo”.
«Io vivo solo col mio cane e la sua istruttrice mi dice che ora devo cominciare a fargli capire che non sarà sempre così e che si tornerà alla vita normale in cui io sarò via e lui starà da solo. Quindi probabilmente ora comincerò a dirgli: “Ciao Freak, sto andando in discoteca” e mi nasconderò nell’armadio per due ore.»
Andrea, cofondatore di mare, chiama Chiara
Chiara viene a mare in modalità lavoro agile per essere stimolata dalla bellezza e dalla vita che si respira in cascina. Ha poi scoperto il mercato del sabato mattina e quando può fare un salto ne approfitta volentieri
«Mi colpisce il silenzio di Milano e mi colpisce il cielo perché è come se si vedessero più stelle e meglio le montagne»
Loretta, nostra Content Writer, chiama IL CAIRO
Michele, Community Manager di mare, chiama Mattia
Mattia è il cuore di Voci di periferia, è la nostra anima rap.
«È bello, c’è romanticismo nell’aria quando ci sono i flash mob dai balconi. Il primo giorno sembrava di stare ne La vita è bella di Benigni. Stavo rientrando a casa e in cortile c’era silenzio ed è partito l’Inno d’Italia.»
Andrea, cofondatore di mare, chiama Barbara e Marco.
Valentina, assistente di produzione qui a mare, chiama Marco
Marco non è solo un ottimo musicista ma è anche il direttore artistico della nostra rassegna Raster; è il talent scout dell’indie milanese.
«Ho trovato un lavoro in questi giorni, come educatore. Lavoro in una struttura del Comune di Milano che accoglie i bambini i cui genitori sono entrambi affetti da coronavirus.»
Andrea, cofondatore di mare, chiama Alessandra
Alessandra, fondatrice di Bookat literary agency, vive mare come coworker condividendo spazi, valori e risorse con l’intera comunità. Insieme a lei c’è sempre Drugo, il suo cane, che non rifiuta mai una carezza.
«Sto facendo la cura del sonno, per cui senza sveglia non mi sveglio mai prima delle 9.30 e ho deciso che continuo a non puntare mai la sveglia.»
Marco, nostro Graphic Designer, chiama Ylenia.
Giuseppe, responsabile di sala del nostro ristorante, chiama Sara
Sara fa parte dell’associazione culturale LopLop, un team di giovani professioniste che contribuiscono ad arricchire la vita di grandi e piccini che frequentano mare attraverso l’arte e l’esperienza.
«Stiamo facendo laboratori a distanza con i bambini e in questo modo uniamo piccoli di tutta Italia, cosa che prima non era possibile.»
Andrea, cofondatore di mare, chiama Daria.
Alessandra, nostra responsabile di produzione, chiama Giuliano
Giuliano, musicista e produttore musicale, ha suonato più volte sul nostro palco ed è un appassionato della Ganassa spillata ad arte da Mousta.
«Quello che mi manca di più in questi giorni è l’orizzonte. Se l’avessi saputo avrei fatto un pieno di campagna, nelle Marche, dove sta mio fratello.»
Andrea, cofondatore di mare, chiama Luca De Gennaro
Quando nell’ormai lontano maggio 2016 mare aprì per la prima volta le sue porte al pubblico Luca, da buon vicino di casa e da grande curioso della vita quale è, fu uno dei primi a varcare la nostra soglia per conoscerci. Fu amore a prima vista e da allora progettiamo insieme legati da un profondo amore per la musica. La nostra creatura più preziosa è Ascoltiamo un disco, che speriamo possa tornare presto a riscaldare le nostre domeniche.
«La prima cosa che farò è andare a vedere il mare, mangiare la focaccia, toccare il mare e fare il bagno.»
Elena, nostra Venue and Event Manager, chiama Francesca.
Per Francesca mare è come una seconda casa: ha molti amici qui e per lei siamo come una famiglia. Fa l’insegnante di sostegno ma ogni tanto collabora con noi lavorando al bar o al ristorante.
«Mi mancano i rumori, il caos, la gente che parla, le macchine per strada. Questo silenzio a volte è soffocante.»
Andrea, cofondatore di mare, chiama Sadino
Chi non conosce Sadino? Sadino è un’istituzione di Cenni, è il primo a darci il buongiorno al mattino, a regalarci un sorriso e a prepararci un buon caffè. Fa parte di noi e noi di lui.
«A Milano conosco poche persone. Mare per me è una piccola famiglia.»
Michele, Community Manager di mare, chiama Francesca.
Francesca è una delle fondatrici di Mondo Donna, associazione con sede a Quarto Cagnino che si pone l’obiettivo di offrire spazi di aggregazione prevalentemente alle donne di tutte le età e nazionalità. Ha il suo cuore a mare: ogni sabato viene a lavorare a maglia con il gruppo di Parole e Punti e, ogni volta che può, organizza in cascina con l’associazione attività culturali, sociali, ricreative, incontri, laboratori, dibattiti e tante feste!
«Questa convivenza forzata con mio marito ci ha uniti tanto. Siamo io e lui, lui e io e vicini vicini ci diciamo: Che ci mangiamo oggi?»
Alessandra, nostra responsabile di produzione, chiama Chiara
Chiara Taviani è danzatrice e coreografa, vive e lavora a cavallo tra la la Francia e l’Italia e per il secondo anno consecutivo a mare organizza un workshop dedicato alla danza “Camp di Coreografia” aperto a tutti. A causa del corona virus il workshop si è interrotto, ma appena possibile torneremo tutti a danzare anche fuori dalle nostre stanze.
«Sono nei miei nella stanza di quando avevo 6 anni con un solo paio di jeans»
Andrea, cofondatore di mare, chiama Giovanna e Vittorio.
Marco, nostro Graphic Designer, chiama Gaia.
Gaia non è solo bonnepresse, il nostro ufficio stampa; è prima di tutto un’amica, che non manca mai di venirci a trovare per un concerto, una birretta o semplicemente per un saluto. «La prima volta che sono uscita dopo un po’ di tempo che non mettevo piede fuori non sapevo più attraversare la strada.»
Michele chiama i ragazzi del Foyer
Francesco, Annalisa e Federico sono alcuni dei ragazzi che vivono nel complesso Housing Social Cenni Di Cambiamento e vivono mare in ogni sua forma: come fruitori – perché vengono spesso a bere una birretta o a godersi un concerto – e come collaboratori -perché ci aiutano a progettare meglio per il quartiere e d’estate ci danno una mano con il cinema all’aperto. «Abbiamo scoperto di avere delle capacità nuove: Francis ci ha introdotto al mondo della meditazione e Annalisa a quello della panificazione.»
Alessandra, responsabile di produzione di mare, chiama Bruna Bonanno.
Andrea, cofondatore di mare, chiama Francesca.
Michele, nostro Community Manager, chiama Luigi.
Luigi è uno de I Distratti – i nostri compagni di viaggio che con noi collaborano a diverse rassegne, musicali e non. «Mio figlio Lucio di 4 anni e mezzo si è detto preoccupato perché i medici non riescono a trovare la medicina giusta.»
Andrea, cofondatore di mare, chiama Cosima.
Cosima è un’istituzione per mare. Una delle prime persone che abbiamo conosciuto quando siamo arrivati nel quartiere. Un cuore grande, una mamma acquisita che, guidata dall’amore materno, per il nostro bene, ci bacchetta quando vede che possiamo migliorare. Non potremmo fare a meno di lei e di Camillo, suo marito. Vengono a mare per mangiare, per ballare, per cucire il sabato pomeriggio insieme alle donne di Parole e Punti, per ascoltare musica, per bere un amaro o un gin tonic dopo cena o anche solo per salutarci e vedere come stiamo. Mamma Cosima è davvero la mamma di tutti noi! «A volte penso che devo sistemare tutto perché se mi succede qualcosa almeno resta tutto a posto.»